venerdì 4 febbraio 2011

All Good Things: Tutto è bene...

All good things
(USA 2010)
Regia: Andrew Jarecki
Cast: Ryan Gosling, Kirsten Dunst, Frank Langella, Kristen Wiig, Philip Baker Hall, Nick Offerman, Lily Rabe
Genere: killer insospettabile
Se ti piace guarda anche: American Psycho, The Killer Inside Me, Il talento di Mr. Ripley, Mr. Brooks, Formula per un delitto
Uscita italiana: ?

Trama semiseria
Fine anni ’70/inizio degli ’80. All Good Things sembra la storia di un giovane uomo che rinuncia a seguire le orme del padre imprenditore per aprire una piccola bottega in provincia chiamata All Good Things e sposarsi con Kirsten Dunst. Un piano mica male, sembra quasi la storia di Piersilvio che si mette con la Toffanin, fino a che non cambia idea e decide di dedicarsi agli affari paterni, proprio come Piersilvio. Quindi, un bel giorno, scoppia il caso Mediatrade… Ah no, nel film accade solo che la moglie del protagonista scompare, ma cosa è successo in realtà?

Recensione cannibale
All good things è un film strano, difficile da decifrare. Una cosa che in linea di massima sarebbe positiva, almeno per i miei parametri, e invece in questo caso non è proprio così.
Il regista Andrew Jarecki arriva dal documentario Una storia americana – Capturing the Friedmans, molto celebrato e osannato (non so se giustamente o meno, ammetto di non averlo visto), però alle prese con un film di fiction vero e proprio non sembra del tutto a suo agio.

La prima parte è promettente: ci troviamo di fronte a una pellicola -parrebbe- esistenziale giocata sul rapporto tra Ryan Gosling, attore sempre ottimo ma ancora non esploso definitivamente (e di cui parlavo giusto ieri nel ben più convincente Blue Valentine) e Kirsten Dunst. Ché Kirsten Dunst con un look anni Settanta è quanto di più bello si possa immaginare in questo mondo (vedi Il giardino delle vergini suicide).

Allo stesso tempo però non si capisce bene dove il film voglia andare a parare, visto che i due sembrano una coppia come tante, piuttosto incasinata ma nemmeno troppo. Ed è qui che arriva la svolta thriller ed è qui che si capisce dove la pellicola voleva arrivare. Purtroppo però Jarecki sarà anche bravo come documentarista, ma come giallista non è certo Hitchcock e nemmeno Agatha Christie. La tensione è molto blanda, il mistero non suscita poi tutto questo interesse e insomma la svolta thriller era meglio se non ci fosse mai stata. Sarebbe stato più indicato proseguire sulla strada del drammone esistenzialista come i segnali indicavano. Vedi cosa succede a non rispettare la segnaletica stradale? O ti becchi una multa, o fai una pellicola poco riuscita.
Però purtroppo la pista thriller è la ragione per cui il film è stato fatto, visto che racconta la vera storia di Robert Durst, un’imprenditore coinvolto nella scomparsa della moglie e nella morte di una sua amica, eppure mai ufficialmente sospettato o incriminato. Si vede che non aveva abbastanza pm e giudici comunisti contro.

Le aspettative che avevo riguardo a questo All good things erano decisamente good: ambientazione 70s/80s come alcuni dei miei film preferiti in assoluto nella Storia, due attori protagonisti che adoro (e che comunque se la cavano molto bene), uno spunto inquietante alla American Psycho… potenzialmente c’erano tutti i presupposti per diventare un mio super-cult personale e invece il film sembra vagare senza direzione e non decolla mai veramente. Il tutto si risolve quindi non in una sconfitta, bensì in una delusione paragonabile a uno zero a zero casalingo, quando dalla tua parte avevi il pubblico e una formazione stellare con cui vincere 6 a zero.
All good things come to an end, ma non tutte le buone cose vanno a buon fine. Come questo film.
(voto 6-)

10 commenti:

  1. potete trovarlo qui
    http://www.italianshare.net/forum/index.php/topic,373761.0.html

    o anche qui
    http://italia-film.com/film-drammatici/12338-all-good-things-subita-2010-streaming-film.html

    RispondiElimina
  2. Peccato, perchè Jarecki ha firmato uno dei documentari più incredibili ed inquietanti che abbia mai visto - se non ti è ancora capitato recuperalo: Capturing the Friedmans, o Una storia americana nell'adattamento italiano -.
    Dopo la tua recensione mi è un pò scesa la voglia di vedere questo.

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  3. Adoro le recensioni cinematografiche. Le tue, poi, sono superbe. L'unico inconveniente è che non riesco a tenere il passo con il tuo fagocitare così velocemente tante pellicole (oltre tutto il resto). Se lo facessi io, sicuramente sarei portata a dare giudizi un po' più severi del dovuto. Perché l'effetto "già visto, già detto, già fatto" sarebbe sempre in agguato. O, almeno, così mi accadeva quando mi occupavo di critica teatrale. Sono curiosa di sapere se vale lo stesso anche per te. Solo in piccolissima parte, of course :)

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  4. *mr ford
    vedrò di sgamarlo. il problema di questo film è forse proprio quello di non riuscire ad essere abbastanza inquietante..

    *federica
    thanx! ;)
    anch'io spesso riservo giudizi più cattivi, non è questo il caso visto che con due attori protagonisti tra i miei preferiti in assoluto non me la sentivo di infierire. e poi perché il film non è così malaccio.
    sì spesso capitare di imbattersi in cose già viste, gli americani poi sono specialisti nel replicare all'infinito modelli di successo (a volte replicano pure film di non particolare successo), però è sempre bello provare a trovare qualcosa di buono. e quando non ci si riesce è ancora più divertente criticare :)
    critica teatrale? apperò!

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  5. bentornata cara Kirsten! Peccato che l'esito non sia a quanto pare esaltante. Speriamo nel nuovo di von trier..

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  6. Tu traduci il titolo All good things TUTTO è BENE?La tua recensione a mio avviso è molto superficiale e dimostra che il film non l'hai colto.Meno male che molti esimi critici hanno recenzito bene.
    Mio voto 8/10

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  7. *anonimo
    no, il mio titolo non è una traduzione.
    riguardo al film de gustibus, avrei voluto parlarne meglio (e magari in maniera meno superficiale), però la seconda parte proprio non mi ha proprio convinto, sorry...

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  8. di questo film mi ha colpito il fatto che il regista sostanzialmente trovi un mandante e omicida nel protagonista, mentre per la giustizia americana non è stato così; chi ha ragione?

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  9. Mi associo a chi ha definito la recensione superficiale. Come si fa a dire che il regista non è un giallista? Cosa doveva fare, inventarsi colpi di scena o mettere suspance laddove non c'è e non ce n'era bisogno? Di americanate, fiction o thriller di serie B ne abbiamo fin troppe, scarseggiano invece film interessanti e fedeli ai fatti come questi.....
    Ah già, impazzite per Moneyball, che per farlo stragradire al pubblico hanno dovuto prendere Brad Pitt come protagonista e inventarsi il genio matematico sfigato nerd come spalla (disconosciuto dal protagonista reale della storia...).

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    Risposte
    1. Capisco il tuo punto di vista, ma personalmente mi aspettavo di più dal film.
      Riguardo a Moneyball, mi sa che sbagli proprio persona, visto che non mi ha entusiasmato neanche lontanamente... ;)
      http://pensiericannibali.blogspot.com/2012/02/larte-di-vincere-its-all-about-money.html

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