lunedì 20 dicembre 2010

Man of the year 2010 - n. 4 Mark Zuckerberg

Mark Zuckerberg
Genere: autistico
Provenienza: Harvard
Età: 26
Nel 2010: amministratore delegato del sempre più potente Facebook, uomo dell’anno per Time, protagonista al cinema di “The Social Network”
Nel 2011: ancora più ricco e potente
Perché è in classifica: Stronzo? Forse. Genio? Sicuramente

Mark Zuckerberg è presente in classifica in una duplice veste. Da una parte c’è Mark Zuckerberg il fondatore (diciamo co-fondatore) di Facebook, un mezzo cui tutti noi, nostro malgrado, dobbiamo fare i conti ormai nella quotidianità; anche chi non è presente sul network, scegliendo di non iscriversi attua una presa di posizione precisa. Si può stare a discutere intere giornate sul fatto che Facebook sia un bene o un male per la società, se distrugge le nostre vite, se è solo una gran perdita di tempo. Come la stampa, la televisione, il telefono o qualunque altro media però è un mezzo neutro e il suo utilizzo dipende unicamente da noi. Se ci lamentiamo perché i contenuti sono stupidi, basta solo trovarsi degli altri amici, reali o virtuali che siano, e non solo bimbiminkia che pubblicano link sui Tokio Hotel o gente che scrive cose interessantissime come: “Roman sta avendo una giornata ok e ha comprato una Coca Zero alla macchinetta.” Chi caaaa**o se ne frega? [citazione dal film “Easy A”].
Checché se ne pensi, Facebook ha comunque avvicinato le persone più improbabili a Internet, anche chi non avresti mai immaginato si sarebbe messo a usare un computer in vita sua l’ha invece fatto. Praticamente ha scollato il culo delle persone dal divano in fronte alla tv per sbatterle su una sedia davanti al pc. Grazie tante, Mark Zuckerberg.


Ma il genietto di Harvard quest’anno è diventato anche un personaggio cinematografico, uno dei più interessanti visti sul grande schermo negli ultimi anni. Difficile stabilire se Zuckerberg sia descritto fedelmente o meno nel protagonista di “The Social Network” interpretato da Jesse Eisenberg; a un livello narrativo e cinematografico però il suo personaggio è favoloso: finalmente un nerd per nulla simpatico, né una vittima dei bulli, bensì un ragazzino animato da una genialità quasi autistica e dalla voglia di riscatto, di farcela, di essere fico. I soldi non sono il motore delle sue azioni, tanto meno l’amore come capita nei racconti tradizionali. A muovere Zuckerberg in “The Social Network” vi è un’avidità diversa da quella del Gordon Gekko degli anni ’80, figlia dei nostri tempi, la volontà di una rivincita non tanto nel mondo reale e nelle relazioni con le altre persone, ma in quello virtuale dei computer e della stima da parte della rete.
Mark Zuckerberg (quello del film, almeno) è antipatico, feroce, un vampiro delle emozioni perfetto per raccontare la società di oggi. Se come persona si può trovare di certo un amico migliore di lui, come personaggio cinematografico è davvero difficile chiedere di meglio.


5 commenti:

  1. Genio, genio, fottutamente genio, cazzzzzooo.

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  2. Io non sono iscritta a Facebook e sono consapevole, come hai scritto, che questa è una presa di posizione però non è che voglio fare una crociata anti-Facebook: chi si vuole iscrivere, è libero di farlo. Non mi va che ci si iscrive solo perché così si è fuori dal giro. Una volta ho detto a dei miei amici: "Quando chiedo perché mi devo iscrivere su Facebook, mi rispondono Perché lo fanno tutti. Beh, io non sono tutti."
    Certo magari mi perderò qualche evento, ma non è la fine del mondo e ho comunque una vita sociale con i miei amici. Non è che se non ho facebook, non ho più una vita.

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  3. Pensavo che nella cannibal-chart Zuckerberg si fosse guadagnato il primo posto, sono curioso per il primo allora!

    Ahah perché "genere: autistico"?

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  4. *calzino
    vedo che apprezzi ^_^

    *alma
    prima o poi finirai anche tu risucchiata dentro il network :D

    *eraserhead
    dopo il premio del time, se gli davo anche il mio poi rischiava di montarsi troppo la testa :)

    in parecchie recensioni in rete sul film zuckerberg veniva definito "ai limiti dell'autistico", è una cosa che mi ha fatto ridere e in effetti non credo sia poi neanche così lontana dalla realtà :)

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